mercoledì 18 aprile 2012

La caduta


Mi viene in mente un po’ di tempo fa, un giorno in cui parlavo d’amiche che arrivano o che se ne vanno.
Un periodo ricco e veloce, pieno di una nuova passione scoperta per Nietzsche, dell’ansia pre-esame e dell’odore di tramezzini caldi alle undici di mattina.
Il tempo passa e per ogni tempo c’è un tipo di malinconia che ti ricorda che i tempi passati sono sempre più belli di quelli presenti. In realtà non è così, affatto. Però questa sera la malinconia c’è, sempre di sera, “l’imago della fatal quiete”.
Mi vengono in mente le viette del centro, quelle che odiavo per una notte di primo sesso mai mandata giù. Non mio.
Odiate e nello stesso tempo così familiari, com’era familiare quel banco o quei saccottini al cioccolato alle sette e quaranta del mattino, buonissimi. 
La storia racconta che generazioni hanno nel cuore la piazza con la chiesa di Santa Barbara e racconta che in giugno fu scattata una foto li, con il caldo e il sedere sui sampietrini. Più di una in realtà. Un sorriso e un po’ d’ansia per pedagogia. L’illusione e la certezza dell’eternità di quel momento, del meglio che sarebbe arrivato poi.
…che  poi, invece, è arrivato il peggio, quello che dicono TI RENDE FORTE: l’università “non era come me l’aspettavo”, la mia storia “non era come me l’aspettavo”, l’amicizia “non era come me l’aspettavo”.
Bang. Bang. Bang. Giù fino a quarantaquattro chili, giù, giù infondo senza nemmeno riuscire a vederlo questo fondo. Puf, mai esistita.
Si, questa è la stessa storia della chiesa di Santa Barbara, tadaan.
Puf. Un giorno apro bene gli occhi, allungo una mano e il fondo riesco a toccarlo. Era Natale quel giorno.
Nel momento in cui superi da eroe un momento difficile, ti ci senti davvero, un eroe. Cresci, è questo il motivo e la sicurezza aumenta. Eppure quando il pensiero torna li, ti accorgi che la tua sicurezza può anche andare a farsi fottere perché ti assale la paura che accada di nuovo. Cribbio! E’ il tallone d’Achille di tutti gli eroi, questo. Che poi non esistono eroi. Eroe è chi ama e chi nonostante abbia paura continua ad amare. Amare tutto, dal cibo, ad un bel vestito, al tuo cane, alla tua famiglia, alle canzoni, all’ amore. Fino allo spirito: “la linea verticale”, mi ricorderebbe qualcuno.
Mi viene in mente che alla fine ci saranno altri odori mattutini ed altre persone da lasciar stare o da riprendere. Altre canzoni ed altri tempi malinconici. Poche cose vorrei rimanessero da me.
Con malinconia e speranza.

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